Emozioni e malattie gravi

12.08.2013 17:53

Ricordo sempre un particolare episodio, tra i tanti, con cui Goleman nel suo libro racconta l'importanza

dell' "intelligenza emotiva" nella nostra vita.

    Si parla delle persone con malattie gravi, precisamente persone con il cancro in fase avanzata, diffuso in tutto l'organismo, alle quali non restava che "attendere" la loro morte.

Alcune di loro avevano ricevuto un trattamento medico standard; altre a differenza ebbero la possibilità di recarsi a riunioni di gruppi con altri soggetti, che si trovavano nella loro stessa situazione. Queste si trovarono a parlare della loro malattia e delle loro emozioni con "facilità", cosa che non avrebbero fatto con nessun altra persona amica o parente, che non poteva "capire" a fondo la loro condizione.

Le persone che frequentavano i gruppi vissero in media altri trentasette mesi, mentre quelli che non li frequentavano si spinsero, in media, nell'arco dei diciannove; queste cifre parlano di un guadagno, in termini di speranza di vita, che va ben oltre la portata di qualunque trattamento farmacologico o di altro tipo offero dalla medicina.

 

Ricordo sempre con "piacere" questo episodio, con chiunque mi confronti sull'argomento delle emozioni, perché molti sottovalutano l'importanza delle emozioni, volontariamente o no.

 La speranza, il confronto, la condivisione di stati d'animo dolorosi, possono combattere la depressione che nei casi di malattie gravi portano con certezza con più velocità o facilità alla morte.

 

 Pensate... se persino una semplice influenza può essere causata dallo stress, qual'è il ruolo che le emozioni ricoprono nelle malattie gravi? pensate che un giorno una maggiore conoscenza delle emozioni possa portare una diminuzione delle malattie? o una riduzione nell'uso di farmaci?

 

Io non sono un medico e non mi voglio spacciare per questi, ma credo fermamente nelle emozioni e nel loro potere e mi sento in dovere di diffondere questo mio credo.

 

Dott.ssa Sara Lazzeri

 

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