Dall'altra parte delle emozioni: chi educa deve essere alfabetizzato emozionalmente

29.07.2013 17:23

Chi educa deve stare attento a quello che trasmette, infatti, ciò che fa contribuisce ad agire nella costruzione della personalità dell'utente e nella sua motivazione.

Contini1 proprone un percorso interiore ideale per la professionalità dell'educatore:

  1. Imparare a conoscere le proprie emozioni, vuol dire imparare, preliminarmente, a porre attezione al proprio sistema di pensieri, convinzioni, valori: a cogliere il nesso che li collega tra di loro e quello che li rende «costitutivi e determinanti» nei confronti dei processi emozionali. Innanzitutto bisogna comprendere che le emozioni che siamo «in grado» o «incapaci» di provare, quelle che consideriamo come «buone e doverose» o «cattive e illecite», sono tali in relazione ai nostri parametri di riferimento cognitivi, etici, culturali.

  2. Imparare a «chiamare le emozioni per nome», indica una capacità di distinguere le varie emozioni e di accedere alla complessità del nostro sentire senza semplificarlo o «depurarlo», riconoscendone le zone d'ombra, i tratti più «negativi». Prive dei loro «nomi», le emozioni resterebbero qualcosa di opaco e confuso presente in noi come un ospite sconosciuto e misterioso dentro la nostra casa e che ci mantiene in uno stato d'allarme per la nostra incapacità di comprendere e prevedere i suoi comportamenti.

  3. Imparare a rapportarsi con le proprie emozioni, questo implica un esercizio di riflessività e autoriflessività e cioè un lavoro di analisi e riflessione capace di interrogarsi, di ri-tessere la trama della propria storia individuando criticamente il filo conduttore delle proprie emozioni, ipotizzando itinerari che tendono al cambiamento.

 

Dott.ssa Sara Lazzeri

 

1Cfr. Contini M., Per una pedagogia delle emozioni, La Nuova Italia, Firenze, 1992.

2Contini M., La sapienza delle emozioni tra riflessività e pratiche educative, in: Mannucci A., Collacchioni L. (a cura di), L'avventura formativa tra corporeità, mente ed emozioni, cit., p. 53.

 

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